Riguardo al far diventare la musica una questione sindacale

Riguardo al far diventare la musica una questione sindacale, non lo trovo un qualcosa di puramente artistico e da ogni punto di vista, a parte i lavori musicali su commissione, riguardo a quelli artistici, un discorso sindacale non può essere per niente associato al talento artistico, il quale dovrebbe essere divulgato proprio grazie al talento e non di certo a varie azioni sindacali.
Per quanto possa sembrare strano affermare questo, vista la tendenza del momento al fare sindacalismo anche riguardo al lato artistico, così, da dimenticarsi molto spesso che, l’artista, generalmente parlando, dovrebbe essere primariamente ricompensato da una ottima risposta del pubblico, prima ancora di vederla da un punto di vista economico, il quale, pur avendone anche una relazione stretta, non deve essere il primo fine di un artista.
E’ più che evidente una influenza esterna al mondo dell’Arte, la quale, non sempre è da considerare la giusta questione da mettere in pratica, considerando l’importanza che la musica ha nella vita quotidiana, sia dal punto di vista popolare e sia da quello classico, per il fatto che rappresenta l’identità stessa di una popolazione, di certo, mettere l’arte musicale in termini di diritto sindacale è un modo come un altro per eliminare una parte di quel sentimento che dovrebbe spingere o portare un qualsiasi individuo a fare arte musicale.
Essendoci in gioco la passione che si deve avere, l’amore che si dovrebbe avere per questa forma di comunicazione artistica, è ovvio che prima di diventare artisti si dovrebbe aver fatto un determinato percorso che porta l’artista stesso a una consapevolezza della differenza che vi è fra il fare arte musicale e il fare un altro tipo di impiego o occupazione.
Stando al fatto che, vi sono diversi modi di intendere l’arte musicale, di cui, il apparire o il non apparire ciò che non si è o ciò che si è, è più che palese l’importanza del ricordare a noi tutti il senso che la musica ha nella nostra vita, nei nostri ricordi e nelle nostre aspettative.
Osservando questo argomento, non da chi deve farne una fonte di guadagno economico da ogni sua forma e guardando esternamente i movimenti di tipo sociale che si generano con la musica, i quali sono in grado di riunire grandi e piccoli gruppi di persone, il solo fatto che grandi o piccoli gruppi di persone prendono in considerazione l’arte musicale di un qualsiasi artista, dovrebbe essere già la prima fonte di soddisfazione per lo stesso artista.
Messa da un punto di vista “occupazionale” (che già questo sminuisce l’artista stesso), il rivalutare il vecchio metodo di considerare a livello territoriale questo tipo di “occupazione”, più come saltuario o occasionale, forse sarebbe più idoneo, visto che nella musica vi sono tante tradizioni che vengono portate nella vita sociale di tutti NOI, le quali non devono sempre portare a un profitto del singolo individuo, bensì a una vita sociale più ricca da un punto di vista culturale.
Essendo questo un argomento di cui non ve ne ricava nessun vantaggio il sottoscritto, se non il guadagnare le polemiche di chi non vorrebbe che l’arte musicale rimanga primariamente fonte di cultura, prima ancora di quella economica, lasciando che il resto sia una conseguenza e non una forzatura, ritenere che l’arte musicale deve e dovrebbe essere un contributo alla cultura è il primo punto da considerare per chi vuole intraprendere questo percorso.
Esu
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