E’ come un’orchestra

C’è qualcosa che non ci rende tutti uguali, anche se ci rende tutti una parte fondamentale della vita intesa come civiltà.
Questo lo si può notare nella diversità di ruoli che ognuno di noi porta nel percorso della sua vita, da sempre, considerando che c’è chi è più adatto a gestire capitali immensi, chi ha la dote nel riuscire a comprendere le parti più povere, chi è più portato per comunicare artisticamente, giornalisticamente e via dicendo, come in egual modo c’è chi è più portato per coltivare la terra e generare buoni frutti da ciò che Madre Natura ci ha donato.
Anche da un punto di vista religioso, conoscendo pienamente quello che è un fondamento di tipo pacifico, comprendendo quelli che sono gli ideali, le usanze e ciò che in realtà si crede, questo porta a una consapevolezza di quello che può essere un percorso di convivenza fra le varie ideologie.
Così come non tutti sono nati per essere coloro che guidano un popolo e così come c’è chi decide di vivere da eremita, per sua scelta, c’è anche chi è portato per essere un imprenditore e chi è più adatto al fare politica;
Perché ognuno di noi, ha un suo ruolo, è scritto nella nostra storia di millenni e di certo, improvvisarsi ciò che non si è, confronto a improvvisare sopra quello che si è, è tutta un’altra questione.
Facendo un esempio in politica, di certo, chi deve governare un territorio molto vasto, deve e non dovrebbe, deve essere consapevole di quelle che sono le reali esigenze del territorio che governa, a partire dalla sanità, istruzione, occupazione, impresa, urbanistica, tecnologia, beni culturali, tradizioni, usi e costumi, pur ricordando che oltre alle questioni di massa, vi sono anche i singoli casi.
Con questo, mettendo in conto anche una grande parte di malcontenti e invidie che un ruolo può causare, è evidente la necessità di avere persone adatte in ogni ruolo che si deve adempiere.
E’ come un’orchestra, dove il Direttore non potrebbe fare al meglio il suo ruolo se si dovesse trovare a dover suonare il violino solista nel medesimo momento in cui deve dirigere, come non potrebbe neanche dedicarsi a pulire il teatro prima di dirigere, sarebbe come buttare anni e anni di lavoro al vento.
Anche nel medioevo, così come in altre culture come quella Egizia, dell’Impero Romano, antica Grecia, o parlando di Cina, di quello che era il sistema organizzativo della popolazione al tempo della Dinastia Ming o anche del Khan, ognuno viveva seguendo un suo preciso ruolo sociale, in modo che tutto il sistema potesse vivere nel miglior benessere possibile.
E’ ovvio che vi siano stati anche periodi pessimi in vari archi di tempo, pur tenendo presente che il caos genera solo caos e spesso una brutalità incontrollata da parte di chi non conosce la civiltà.
Anche nel parlare di tradizione e modernità, ognuno ha il suo ruolo, anche in questo caso, c’è chi si trova a proprio agio nel portare i costumi della tradizione e chi si trova meglio portando quelli della modernità, questo non significa che uno sia giusto e un altro sia sbagliato, perché c’è posto per entrambe le sfaccettature e costumi.
Per non vivere come eterni attori di una vita, la cosa più ideale sarebbe che ognuno, nei limiti del possibile, ricoprisse il suo ruolo, consapevole di quelli che possono essere i lati positivi o negativi.
C’è un motivo per il quale è indispensabile parlare di questo, magari, sperando che vi sia chi ne coglie l’essenza, cercando di ritrovare in queste parole, non solo una opinione di un singolo, bensì di tanti che spesso ci si ritrovano a coprire una carica che non gli si addice.
Questo succede anche nel studiare, vi è che si torva costretto a leggere infinità di testi, trattati e magari, accorgendosi della sua differente passione o natura, prima o poi, cerca un modo per fuggire da quel ruolo che non ritrova dentro il suo essere, mentre altre volte c’è chi si ritrova energico al punto di leggere infinità di testi e ne trova il suo benessere psicologico.
E’ sempre un gioco di parti e ruoli, osservando internamente ed esternamente, spesso si scorge il benessere o il malessere interiore, basta immaginare un passero chiuso in gabbia per comprendere che la gabbia ne è la sua fine o pensare a un pesce fuor d’acqua, o un marinaio messo a fare l’orto, tanto che si comprende quanto ci si possa sentire fuori dal proprio ambiente. Sarà sempre una imposizione malvissuta per chi non si trova nel suo ruolo.
Nel voler fare un esempio più semplice, se si prende un ottimo attore e lo si toglie dalle scene, di certo non si troverà bene a ricoprire un ruolo da insegnante o operaio, per via della sua natura dedita al recitare.
Così, per evitare una vita fatta dal mascerarsi in ciò che non si è, così come un “essere o non essere”, è sempre meglio comprendere quale è il nostro ruolo nella vita e percorrere quello che è il nostro destino e percorso di vita nel modo più sereno possibile.
Esu

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